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CDM: NUOVE CARCERI

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2009-01-23

Iter più veloci per l'edilizia carceraria, Ionta commissario straordinario

Ricorso al finanziamento privato, circuiti differenziati a seconda della pericolosità

Cdm, via libera al piano carceri

Nuovi istituti, no indulti e amnistie

Il ministro Alfano ricorre al Milleproroghe per accorciare l'iter di approvazione

Cdm, via libera al piano carceri Nuovi istituti, no indulti e amnistie

Il ministro della Giustizia Angelino Alfano

ROMA - Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al piano carceri. Tra i punti centrali, i poteri straordinari per il capo del Dap, Franco Ionta, e iter più veloci per l'edilizia carceraria. Il ministro della Giustizia Angelino Alfano oggi ha spiegato che il problema del sovraffollamento non sarà affrontato come in passato, ricorrendo a indulti e amnistie, ma con la costruzione di nuovi istituti. I tempi indicati sono ridotti, il piano deve essere presentato entro 60 giorni, gli edifici dovranno essere "ecocompatibili" e per la loro costruzione il governo ha previsto anche il ricorso ai privati. Il provvedimento, ha spiegato poi il Guardasigilli, sarà inserito come emendamento nel decreto "milleproroghe".

L'edilizia. "Fino ad ora l'emergenza carceraria è stata affrontata solo con le amnistie e gli indulti. Con la realizzazione di nuove carceri abbiamo scelto di seguire un'altra strada", ha detto il ministro. L'obiettivo segnalato dal Guardasigilli è quello di accogliere in modo regolare oltre 60mila detenuti, mentre attualmente i posti regolari sono 43mila ( il limite tollerabile invece è di 63mila). "I criminali - ha argomentato Alfano - non possono smettere di andare in galera, perché non ci sono galere che possano ospitarli. Noi dobbiamo costruirne di nuove facendo sì che chi ci finisce sia trattato da uomo con piena dignità e con la possibilità di scontare la pena sperando nella rieducazione del detenuto".

Circuiti differenziati. La maggior parte dei penitenziari italiani, è stato ricordato, "sono stati realizzati tra il 1400 e il 1800" e dal 1944 al 2006 ci sono stati oltre quaranta provvedimenti di indulto e amnistia. Il titolare della Giustizia ha specificato che l'obiettivo è anche di creare "circuiti differenziati". "Non c'è motivo - ha detto Alfano - che i detenuti a bassa pericolosità siano ristretti come quelli ad alta pericolosità. Con le attuali strutture tutto ciò non è possibile".

Forme di finanziamento. Secondo quanto indicato dal piano, i nuovi edifici dovranno essere "eco-compatibili e ad emissioni zero". Le risorse per l'edilizia potranno seguire tre canali: "La cassa delle ammende, la corsia preferenziale che consente l'accesso ai fondi previsti dal decreto anticrisi e il ricorso a finanziamenti privati come accade in tanti paesi occidentali". In quest'ultimo caso Alfano ha garantito la "massima trasparenza" e spiegato che i privati potranno concorrere alla realizzazione dei nuovi penitenziari "con strumenti contrattuali innovativi come per esempio il project financing, oppure altri che possono essere immaginati". "Il Cdm - ha aggiunto - potrà dimezzare i termini relativi alle autorizzazioni proprio per rendere più corto l'iter di edificazione di nuove carceri".

L'iter del piano. Il governo ha scelto la strada del Milleproroghe e non del decreto per dimezzare di trenta giorni i tempi di conversione delle norme. Il dl Milleproroghe deve infatti essere convertito entro il primo marzo, mentre per un decreto specifico sulle carceri ci sarebbero voluti 60 giorni.

Il commissario straordinario. Secondo quanto spiegato dal Guardasigilli, Ionta avrà poteri speciali per accelerare la costruzione di nuovi istituti di pena e dovrà presentare il piano entro 60 giorni. Il suo compito è di prevedere l'allocazione delle nuove strutture e contemplare il fabbisogno finanziario. Il neocommissario, ha spiegato il ministro, potrà sostituirsi alle "amministrazioni inadempienti e ci sarà una riduzione dei tempi per i ricorsi amministrativi: le gare non verranno bloccate in fase di contenzioso".

Pd: "Non basta costruire nuove carceri". Secondo Donatella Ferranti, capogruppo del Pd nella commissione giustizia della Camera, è infatti necessario "ripensare il modello edilizio penitenziario". Due le principali richieste: tenere conto delle esigenze di elevata sicurezza per chi è sottoposto al regime del 41bis e dare maggiori spazi comuni e possibilità di lavoro ai detenuti normali. Quanto al finanziamento dei privati, Ferranti sottolinea l'importanza della "trasparenza del procedimento, l'affidabilità delle imprese e l'assoluta assenza di qualsiasi legame diretto e indiretto con le imprese criminali". Ma, aggiunge, "questo non può rappresentare un primo passo per la privatizzazione della gestione delle carceri, alla quale siamo fermamente contrari".

"Piano inutile". L'associazione Antigone, che si batte per i diritti nelle carceri, critica l'insieme dei provvedimenti varati oggi dal governo: "E' un piano inutile e dannoso", sostiene il presidente Patrizio Gonnella: "Inutile perché non si è mai visto in Italia che in sei mesi si costruisca un carcere. A Gela ci sono voluti cinquant'anni. Dannoso perché alimenterà nuove ondate di affollamento penitenziario". Gonnella si dice contrario "a ogni forma di presenza di privati nel management penitenziario" (in passato, sottolinea, ci sono stati solo "tentativi falliti") e indignato per l'utilizzo dei soldi della cassa delle ammende per la costruzione di nuove carceri: "E' indecente - afferma - spendere il denaro destinato alla risocializzazione dei detenuti".

(23 gennaio 2009)

 

 

L'UNITA'

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2009-01-22

 

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2009-01-22

Cdm, via libera al piano carceri

di Nicoletta Cottone

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23 gennaio 2009

Conferenza stampa del ministro della Giustizia Angelino Alfano per illustrare il piano carceri approvato dal Consiglio dei ministri -Foto LaPresse

Via libera del Consiglio al piano carceri. Le soluzioni varate per contrastare l'emergenza carceraria sono racchiuse in un emendamento al milleproroghe, attualmente al vaglio del Senato. Il piano carceri straordinario offrirà all'Italia, ha sottolineato il ministro Angelino Alfano nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi, "un'edilizia carceraria al passo coi tempi, capace di rispondere alle urgenze della nostra società e di preservare e salvaguardare sempre la dignità dei detenuti, passibili di privazione della libertà, ma non della dignità". Il ministro ha spiegato che ci sono "poco tempo e pochi soldi per realizzare le strutture, ma l'obiettivo è portare il numero dei posti da quello attuale di 43mila a quello dei 60mila posti".

L'emendamento al milleproroghe, è una via rapida per nominare un commissario straordinario con poteri speciali per velocizzare la costruzione di nuove carceri e attingere ai fondi della "Cassa delle ammende". L'incarico è stato affidato a Franco Ionta, capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, anche se ieri il fronte sindacale aveva contestato l'ipotesi. Il commissario avrà poteri speciali per velocizzare la costruzione dei penitenziari, dimezzando i tempi in caso di urgenza. Si ipotizza di varare strutture per circa 17mila detenuti. Ionta - ha spiegato il ministro - dovrà indicare "la migliore e più razionale allocazione degli istituti penitenziari nel nostro paese" e potrà sostituirsi alle amministrazioni inadempienti. I nuovi istituti saranno considerati "strutture strategiche nazionali" ha aggiunto il ministro. In base alle norma del decreto anticrisi le carceri fanno parte dei progetti che rientrano nel Quadro strategico nazionale, con la partecipazione di investitori pubblici e privati.

Oltre alle patnership con i privati, i fondi arriveranno, dunque, dal tesoretto della "Cassa delle ammende", dotato di oltre 150 milioni di euro finora destinati a progetti di reinserimento dei detenuti.. Entro 60 giorni il capo del Dap dovrà redigere un programma degli interventi necessari anche attraverso i finanziamenti dei privati. Si punta anche alla realizzazioni di "carceri leggere" per i detenuti in attesa di giudizio: si tratterebbe di prefabbricati da costruire in poco meno di un anno in aree demaniali.

Oggi, infatti, le 206 esistenti sono a livello di saturazione: dietro le sbarre ci sono 58.127 detenuti (55.601 uomini e 2.526 donne) contro una capienza regolamentare di 43.066 posti e un limite tollerabile di 63.586). I detenuti con condanne definitive sono 26.587, quelli in attesa di primo giudizio sono 14.671, gli appellanti sono 9.555, mentre i ricorrenti sono 3.865. Gli stranieri in prigione sono 21.562, di cui 17.742 sono extracomunitari.

 

 

 

 

Giustizia, l'emergenza carceri prende il sopravvento

di Donatella Stasio

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23 GENNAIO 2009

L'emergenza carceri prende il sopravvento sulla scena della politica giudiziaria. Diventa protagonista per necessità più che per virtù, al termine di una settimana che non è riuscita a produrre i risultati sperati dal Governo sul versante "giustizia" vero e proprio. Non c'è accordo nella maggioranza, non solo su alcuni dettagli strategici del "pacchetto sul processo", ma nemmeno sulle intercettazioni. È su questo terreno, in particolare, che si è consumato lo scontro più aspro. Silvio Berlusconi si è trovato di fronte un alleato assai meno malleabile di quanto pensasse: An. Il premier punta con tenacia a sfilare i reati di corruzione da quelli intercettabili, anche per vie traverse, come la riduzione della durata degli ascolti a pochi giorni - 15, al massimo 45 - così da renderli, di fatto, inutili. Il no di Fini è stato chiaro, assai più di quello della Lega, che alla fine ha persino presentato un emendamento (Brigandì) per portare a 15 giorni la durata di tutte le intercettazioni...

La prossima settimana il ministro della Giustizia Angelino Alfano cercherà una mediazione con i capigruppo della maggioranza, prima che comincino le votazioni in commissione. Dove, in caso contrario, potrebbero davvero esserci colpi di scena poco graditi al premier.

In mancanza di accordo su intercettazioni e processo penale, è decollato l'annunciato "piano carceri". Si tratta solo della nomina di un Commissario straordinario che, di qui a qualche anno, dovrebbe assicurare al patrimonio penitenziario italiano un congruo numero di carceri. Il Governo dice che la sua politica criminale (all'insegna della carcerizzazione) non può essere frenata dalla mancanza di carceri. Dunque, costruire è la via maestra. Ma ammette, ovviamente, che un detenuto perde la libertà, non la dignità. Pertanto, l'obiettivo dovrebbe essere costruire carceri a misura di dignità umana. Questo sì, sarebbe un colpo di scena. Sempre che le intenzioni si traducano in "opere".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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2009-01-20

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2009-01-20

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